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L’UOMO E L’ULIVO

L'uomo e l'ulivo

INTEGRITA’

La “Fascia olivata Assisi-Spoleto” è un paesaggio non naturale. Ogni suo cambiamento è avvenuto grazie all’intervento dell’uomo che ne ha assicurato nei secoli una integrità di sistema. La presenza delle piante e le sistemazioni idraulico-agrarie determinano condizioni più favorevoli alla regimazione delle acque ed alla stabilità del suolo. Nel tratto Spello-Spoleto, sono presenti oliveti con sistemazioni a ciglioni o con “terrazzamenti” o “lunette” realizzati con muri a secco, che contribuiscono a creare un paesaggio ancor più suggestivo e particolare. Tali opere sono un esempio della grande laboriosità contadina. Le funzioni di protezione idrogeologica e paesaggistica dell’oliveto, determinando condizioni sfavorevoli al verificarsi di eventi.
La gran parte degli oliveti è di tipo tradizionale: sesti di impianto irregolari, densità non sempre adeguate, piante vecchie con tronchi irregolari e spesso policauli (vaso cespugliato), in diversi casi con sistemazioni a “terrazze” o “lunette”. Tutto ciò rende più difficile ottenere le massime produzioni e l’applicazione della meccanizzazione. Sono anche presenti oliveti intensivi realizzati dopo la gelata del 1956 e, soprattutto, del 1985. Le forme di allevamento più utilizzate sono il vaso e il vaso cespugliato negli impianti tradizionali e il vaso in quelli intensivi. Il vaso cespugliato (policaule) è derivato, nella maggior parte dei casi, dal taglio al ciocco eseguito a seguito di gelate, che hanno danneggiato l’intera parte aerea delle piante, e dal successivo allevamento di 3-4 polloni.

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TECNICHE

Per quanto riguarda la tecnica colturale, la gestione del suolo, nella maggior parte dei casi, viene eseguita mediante inerbimento e 2-3 sfalci all’anno eseguiti in primavera e in autunno. L’inerbimento, rispetto alle lavorazioni presenta importanti vantaggi: evita l’erosione e permette un’agevole movimentazione delle persone e delle macchine, facilitando l’esecuzione delle pratiche colturali, in particolare la raccolta e la potatura. La concimazione è annuale, la potatura viene generalmente eseguita con turno annuale o biennale. L’irrigazione è praticata solo su una piccola parte dei nuovi oliveti intensivi ed è eseguita mediante sistema a goccia. L’apporto idrico consente di accelerare la crescita delle piante negli impianti giovani e di ottenere produzioni più regolari negli oliveti adulti.
La raccolta, che è la pratica più impegnativa e costosa, nella maggior parte dei casi, date le limitate ampiezze aziendali e la struttura degli oliveti riconducibile alla tipologia tradizionale, è eseguita con attrezzature agevolatrici. In alcuni casi è ancora condotta manualmente, soprattutto negli oliveti strutturalmente più difficili. Negli oliveti intensivi, in aziende grandi o dove si fa ricorso a contoterzisti, viene effettuata meccanicamente con scuotitori da tronco dotati, solitamente, di ombrello rovescio per l’intercettazione delle olive raccolte (meccanizzazione integrale).

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TECNICHE

Per quanto riguarda la tecnica colturale, la gestione del suolo, nella maggior parte dei casi, viene eseguita mediante inerbimento e 2-3 sfalci all’anno eseguiti in primavera e in autunno. L’inerbimento, rispetto alle lavorazioni presenta importanti vantaggi: evita l’erosione e permette un’agevole movimentazione delle persone e delle macchine, facilitando l’esecuzione delle pratiche colturali, in particolare la raccolta e la potatura. La concimazione è annuale, la potatura viene generalmente eseguita con turno annuale o biennale. L’irrigazione è praticata solo su una piccola parte dei nuovi oliveti intensivi ed è eseguita mediante sistema a goccia. L’apporto idrico consente di accelerare la crescita delle piante negli impianti giovani e di ottenere produzioni più regolari negli oliveti adulti.
La raccolta, che è la pratica più impegnativa e costosa, nella maggior parte dei casi, date le limitate ampiezze aziendali e la struttura degli oliveti riconducibile alla tipologia tradizionale, è eseguita con attrezzature agevolatrici. In alcuni casi è ancora condotta manualmente, soprattutto negli oliveti strutturalmente più difficili. Negli oliveti intensivi, in aziende grandi o dove si fa ricorso a contoterzisti, viene effettuata meccanicamente con scuotitori da tronco dotati, solitamente, di ombrello rovescio per l’intercettazione delle olive raccolte (meccanizzazione integrale).

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TRADIZIONI

L’ulivo in Umbria occupa, da sempre, un posto di rilievo nella cultura e nelle tradizioni. Il suo prodotto, l’olio, è elemento fondamentale di molte celebrazioni religiose ed accompagna l’uomo dal battesimo alle cerimonie funebri. L’ulivo e l’olio sono, inoltre, alla base di numerosi detti e proverbi. La valenza storica e culturale della coltivazione dell’ulivo in Umbria è anche assicurata dalla presenza in varie località, tra cui diverse nella fascia Assisi-Spoleto, di esemplari monumentali che sono stati recentemente catalogati, di cui l’esempio più importante è rappresentato dall’ulivo di Sant’Emiliano a Bovara di Trevi.

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DOP

Sotto il profilo economico, da alcuni decenni tutte le strategie dell’olivicoltura umbra sono state finalizzate all’innalzamento della qualità del prodotto come unica possibilità per valorizzare una produzione dai costi elevati. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato facilitato con l’approvazione del disciplinare di produzione dell’olio extravergine di oliva “Umbria” a cui, in ambito UE, è stata rilasciata la Denominazione di Origine Protetta (DOP) con Reg. 2325/97. Scopo della DOP è dare garanzie al consumatore, consentire un maggior profitto per l’agricoltore, promuovere e certificare la qualità dell’olio attraverso la stretta osservanza del disciplinare di produzione, organizzare la filiera di commercializzazione.

Le varietà ammesse dal disciplinare e le relative percentuali sono le seguenti: Moraiolo (almeno il 60%), Leccino e/o Frantoio (in una percentuale inferiore o uguale al 30%), altre varietà (in una percentuale inferiore o uguale al 10%). Il moraiolo risulta la cultivar più diffusa e sicuramente la più idonea per resistere alle difficili condizioni pedoclimatiche vista la sua rusticità. È una cultivar di sviluppo contenuto; è stata da sempre quella che si è adattata meglio nei terreni rocciosi e dal ridotto profilo. Ha un frutto piccolo e una maturazione tardiva e scalare, con una forte resistenza al distacco e soprattutto con una forte resistenza agli sbalzi di temperatura primaverili e alla siccità estiva.

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DOP

Sotto il profilo economico, da alcuni decenni tutte le strategie dell’olivicoltura umbra sono state finalizzate all’innalzamento della qualità del prodotto come unica possibilità per valorizzare una produzione dai costi elevati. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato facilitato con l’approvazione del disciplinare di produzione dell’olio extravergine di oliva “Umbria” a cui, in ambito UE, è stata rilasciata la Denominazione di Origine Protetta (DOP) con Reg. 2325/97. Scopo della DOP è dare garanzie al consumatore, consentire un maggior profitto per l’agricoltore, promuovere e certificare la qualità dell’olio attraverso la stretta osservanza del disciplinare di produzione, organizzare la filiera di commercializzazione.

Le varietà ammesse dal disciplinare e le relative percentuali sono le seguenti: Moraiolo (almeno il 60%), Leccino e/o Frantoio (in una percentuale inferiore o uguale al 30%), altre varietà (in una percentuale inferiore o uguale al 10%). Il moraiolo risulta la cultivar più diffusa e sicuramente la più idonea per resistere alle difficili condizioni pedoclimatiche vista la sua rusticità. È una cultivar di sviluppo contenuto; è stata da sempre quella che si è adattata meglio nei terreni rocciosi e dal ridotto profilo. Ha un frutto piccolo e una maturazione tardiva e scalare, con una forte resistenza al distacco e soprattutto con una forte resistenza agli sbalzi di temperatura primaverili e alla siccità estiva.

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